Riflettevo sui tempi andati, di quando si andava in quelle gite di un giorno alle medie e ci si portava dietro la macchinetta usa e getta. o non si portava quella usa e getta ma quella normale, e si andava cercando tabacchini per comprare rullini. comunque, per non divagare troppo, pensavo che quando scattavamo in quel modo, convinti di scegliere noi cosa inquadrare, in realtà il diaframma si chiudeva e cosa si fotografava si scopriva solo al momento del ritiro delle stampe. Non è uno sfogo nostalgico, è proprio cosi: nel momento di scattare una foto, tu non vedi la foto che sta per essere scattata. è che i tempi sono troppo corti e l'occhio spesso neanche la registra questa frazione di secondo cieca. Ma è cosi. Sono sicura che su questo argomento ci avranno speso (non so chi, ma di gente cosi ce ne è un casino in giro) pagine e pagine di pseudo-riflessioni critice e acritiche. A me tutto questo non importa (e lo dico col tono della volpe che non arriva all'uva: su google non sono riuscita a scovare nulla in proposito), però l'idea mi ha colpito molto.
Grazie a dio col digitale è tutta un'altra storia...
Questo blog affonda le sue radici in oltrelafoto.blogspot.com, ponendosi a metà strada tra l'analisi critica e la naturale prosecuzione. "Scrivere con la luce" è parte del titolo del blog di Stella Nera, ed è questo il punto di partenza che mi sono proposta di adottare per questa pagina: partire da come si scrive per arrivare a capire cosa si legge.
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