Questo blog affonda le sue radici in oltrelafoto.blogspot.com, ponendosi a metà strada tra l'analisi critica e la naturale prosecuzione. "Scrivere con la luce" è parte del titolo del blog di Stella Nera, ed è questo il punto di partenza che mi sono proposta di adottare per questa pagina: partire da come si scrive per arrivare a capire cosa si legge.

lunedì 30 novembre 2009

La Composizione

Presa coscienza dei fondamentali tecnici, più per curiosità che necessità, considerando che la stragrande maggioranze delle foto si fa in modalità "auto(matico)", passiamo ora alla parte finale dell'introduzione all'arte fotografica, ovvero la composizione dell'immagine.
C'è da dire che l'acquisizione di una buona tecnica serve anche e soprattutto a rendere l'immagine tale da comunicare il più chiaramente possibile quello che si è già impresso nell'occhio del fotografo. Insomma: infrangere le regole, ma con stile.
Detto questo, la composizione dello spazio della foto si basa su concetti molto semplici.
Innanzitutto, banalmente, bisogna sapere cosa fotografare. Sembra questione da poco ma non lo è, perchè chiama in causa il cosidetto "sguardo fotografico", ovvero la capacità di riconoscere chi e cosa, in mezzo al caos del reale, non è caos, "e farlo durare, e dargli spazio" (scusate la ripresa calviniana).
IL primo passo è dunque scegliere il soggetto, osservarlo, girare intorno, e scegliere il modo giusto di presentarlo, di modo che possano emergere da una semplice prospettiva/angolazione tutte le sue caratteristiche. Per fare questo occorre che il soggetto si differenzi a sufficienza dallo sfondo: tanto più è piena la foto tanto più sarà difficile capire cosa si voleva inquadrare, viceversa le immagini semplici ed essenziali vengono recepite ed interpretate con maggiore immediatezza.
Ma come eliminare i particolari inutili, i colori forti o in generale tutti quegli elementi che semplicemente "sono lì", proprio dove volevamo scattare la nostra foto?
I mezzi dovrebbero essere già noti: basta un'angolatura diversa, una focale adatta e una buona esposizione e possiamo eliminare o trasformare gran parte degli elementi di disturbo.

Gombrich - Tra storia dell'arte e psicologia della percezione ( I parte)

Inizio il mio contributo al blog con il primo, apripista, di una serie di interventi riguardanti la ritrattistica, facenti tutti riferimenti alle teorie di Gombrich circa un'analisi della rappresentazione figurativa di individui (appunto la ritrattistica) secondo una prospettiva innovativa: la psicologia della percezione. Mai si era tenuta infatti esplicitamente conto della possibilità di assumere, come angolo visuale, la psicologia, nella considerazione della produzione di ritratti. Eppure lo stesso Gombrich richiama alla memoria i numerosi precedenti che accompagnano la storia di questa arte: dai ritratti medicei michelangioleschi situati nella Sagrestia Nuova fino a Raffaello, numerose sono state le polemiche accesesi intorno a questo argomento, che coinvolgevano seppur marginalmente la materia psicologica. Nelle discussioni che si sono succedute nei secoli, infatti, ciò che suscitava l'attenzione era soprattutto la somiglianza che i ritratti dovevano possedere quasi come qualità intrinseca qualificante l'opera; ma quasi tutte le discussioni recano "l'impronta del filisteismo": grandi artisti hanno infatti dovuto rendere conto del proprio operato a mogli sciocche che "insistono che c'è ancora qualcosa che non va attorno alla bocca". Ma che c'entra tutto questo con la fotografia?
(continua)

Come fotografare?

Spiegati i concetti preliminari di Tempo e Diaframma, posso ora presentarvi un video che rappresenta un corso base di fotografia, a mio avviso abbastanza buono per un primo approccio a questa particolare forma di scrittura.

Cenni preliminari- II

Concetti fondamentali per chi si approccia all'arte fotografica sono quelli di Diaframma e Tempo: cerchiamodi capire insieme cosa sono.

Il diaframma determina la quantità di luce che passa al momento dello scatto. E' formato da alcune lamelle metalliche che scivolando su loro stesse determinano il diametro di un foro circolare più o meno ampio.
Il diaframma si apre e si chiude ad intervalli regolari che raddoppiano o dimezzano la quantità di luce che intendiamo far passare.Oltre a determinare la quantità di luce, il diaframma gestisce un altro fondamentale parametro della fotografia: la profondità di campo.

La profondità di campo rappresenta la porzione di spazio che risulta nitida in una foto.Una regola fondamentale da conoscere è quella per cui la profondità di campo si estende per un terzo davanti al soggetto messo a fuoco (verso noi che lo fotografiamo) e per due terzi dietro di lui. Questo vale con qualsiasi valore di diaframma impostato, a qualsiasi distanza dal soggetto.


Fermiamoci ora un attimo ad analizzare le fasi che consentono ai raggi luminosi di giungere alla pellicola. Per prima cosa i raggi vengono intercettati dalla lenti dell'obbiettivo, passano attraverso il diaframma e, finché non premiamo il pulsante di scatto, vengono deviati dallo specchio nel mirino.
Quando lo specchio si alza, nel momento esatto in cui scattiamo, le tendine dell'otturatore si mettono in moto lasciando passare la luce per un determinato periodo: il "tempo d'esposizione".
Il tempo d'esposizione obbedisce ad una scala che venne elaborata con un criterio simile a quello del diaframma affinché tra di loro vi fosse un nesso durante la misurazione dell'esposizione (che potete vedere nell'immagine).
Ogni valore è quindi la metà di quello che lo precede ed il doppio di quello successivo.

Ora sappiamo come gestire la quantità di luce che vogliamo vada ad impressionare la nostra pellicola. Abbiamo a disposizione due dispositivi: il diaframma, e l'otturatore. Il primo sfrutta lo spazio (quello in cui passano i raggi) il secondo il tempo. Se non è immediato capire come il diaframma produca effetti diversi sulle nostre foto (estensione della zone nitida) è più facile capire come l'otturatore, che agisce sui tempi, possa influire sulla resa di oggetti in movimento.

Cenni preliminari- I

Cominciamo a prendere confidenza con la tecnica fotogtafica.
Con "lunghezza focale" si indica la distanza espressa in millimetri che intercorre tra il piano della pellicola ed il centro della lente dell'obbiettivo.

La lunghezza focale di un obbiettivo normale è vicina alla misura della diagonale del fotogramma. (che nel caso del classico rullino, è 24 X 36 = 43 mm) e l'angolo di campo che copre un obbiettivo di questa focale è di 46°. (L'angolo di campo dipende dal formato del fotogramma e dalla lunghezza focale dell'obiettivo).
Gli obbiettivi grandangolari hanno un angolo di campo molto più ampio che si aggira attorno ai 74°, grazie ad essi è possibile inquadrare soggetti molto grandi oppure riprodurre interamente piccoli spazi come ad esempio l'interno di una stanza.
Al contrario i teleobbiettivi, che ci consentono di inquadrare soggetti lontani con un rapporto di riproduzione apprezzabile, hanno un angolo di campo poco ampio (dai 28° in giù). Con essi sarebbe impossibile fotografare la figura intera di una persona in una piccola stanza.

Al fine di rendere più chiara la differenza tra le varie ottiche, immaginiamo di trovarci in una sala di un ristorante, a cena con i nostri amici. Avendo a disposizione 3 obbiettivi: un 35 mm, un 50 e un 135 potremmo effettuare diverse inquadrature. Per il primo piano di chi ci è di fronte useremmo il 135, per fotografare tre amici a mezzobusto il 50 mm, per una panoramica su tutta la tavolata il grandangolare da 35mm.

analisi di oltrelafoto- L'apparenza inganna?

Dopo una occhiata veloce, possiamo ora farci un'idea del blog preso in considerazione.
Per questo scopo risulta molto utile analizzare inizialmente la colonnina alla nostra destra. Si nota che questa è composta da una serie di citazioni sull'arte fotografica, i sostenitori, l'archivio e un contatore che permette di visualizzare gli utenti connessi. un punto a favore è rappresentato dal numero di collaboratori,circa 21, anche se questo dato viene subito ridimensionato dall'archivio, che conta solo quattro interventi, pubblicati tutti dall'autrice stessa. Quindi il blog, sebbene abbia suscitato un interesse iniziale, non è stato oggetto di contributi esterni. I quattro post si presentano tutti insieme nella stessa pagina, che non risulta tuttavia pesante (anche se forse un po' troppo lunga)sia per la presenza di foto che per l'alternarsi dei colori, oltre che per la brevità dei post stessi e l'alternarsi dell'allineamento del testo.
Un punto negativo è la mancanza di una sezione dedicata ai link, che invece sopratutto per il tema trattato poteva essere molto utile (penso ad una mini-introduzione alla tecnica fotografica, o ad una galleria di foto).

sabato 28 novembre 2009

analisi di oltrelafoto- La Grafica.


Iniziamo l'analisi critica del blog di Stella Nera ( oltrelafoto.blogspot.com ) dalla grafica. Trovo molto carina l'idea della foto centrale che occupa la parte dello schermo che si presenta per prima al visitatore, quasi come copertina. trovo anche molto carina l'idea dello sfondo nero, anche se alla lunga può risultare fastidioso.
Di sicuro ciò che non condivido dell'aspeto grafico del blog (oltre gattini/quadratini-rosa/flash effect che non vanno esattamente incontro ai miei gusti) è la scelta di scrivere i post in colori diversi. Non trovo molto convincente la scelta del titolo del blog in rosa, sopratutto se messo su di una foto in bianco e nero: stona. Il testo in rosso per le citazioni su sfondo nero lo trovo fastidioso alla vista (ma questo potebbe essere solo un mio problema..) e comunque, più in generale, un blog che tratta di fotografia, non so perchè, mi richiama alla mente delle immagini nitide, pulite, qualcosa di equilibrato e ben strutturato, mentre tutti questi colori a mio avviso si adattano poco alla scelta del tema, che, almeno ad una analisi iniziale, sembra essere la fotografia come "scrittura" e quindi "mezzo espressivo". Una impostazione del genere credo renda meglio nei blog "diario". Altro appunto, il grazioso gattino che fa da guardia alla playlist è stato messo in fondo alla pagina, io avrei optato per una posizione, se non proprio allineata, almeno appena sotto il titolo, in modo da essere immediatamente reperibile per chi, come me, non sopporta la musica di sottofondo (che comunque, per un blog che è prevalentemente da leggere, può distrarre).

Post di inaugurazione.

Qui ci vorrebbe una bella presentazione tanto del blog quanto degli sforzi investiti nella ricerca di un titolo e un argomento adatti. O forse dovrei cominciare col trattare/presentare l'argomento del blog, motivarne la scelta. Ma il primo post voglio impegnarlo solo di un sonoro "Benvenuto!", tutto il resto verrà dopo (e poco sopra)...